La prima cosa che salta all’occhio di chi transita per la piazza della chiesa di Molveno è il campanile staccato dalla chiesa.
Il campanile è una costruzione del 1200, una torre di avvistamento per controllare il territorio.
Nel 1630 si sentì la necessità di una nuova chiesa (quella del cimitero era lontana e troppo piccola) che venne costruita addossandola alla torre alla quale fu aggiunta la cuspide. Questa chiesa fu demolita nel 1948, perché negli anni trenta si iniziò la costruzione dell’ attuale e il campanile non venne rimosso.
La chiesa parrocchiale è dedicata a San Carlo Borromeo ed è stata consacrata il 20 novembre 1940, l’interno ha subito un restauro verso la metà degli anni duemila per adeguarla alle disposizioni del Concilio vaticano secondo ed è stata fornita di arredi nuovi.
Al centro del presbiterio troviamo l’altare rivolto verso il popolo, è di forma quadrata e di marmo.
Don Franco Zanon diceva sempre che la forma quadrata da’ l’impressione che tutti i fedeli possano stare attorno all’altare, mentre la forma rettangolare crea una sorta di divisione.
Alla destra dell’altare troviamo l’ambone: il monumento alla resurrezione che ci prepara all’ascolto. Le sue pietre spezzate ricordano il sepolcro di Gesù, davanti c’è la statua di Cristo che pare esca dal suo luogo di sepoltura e da qui si leggono le scritture sacre ed ha la stessa importanza dell’altare, perché è dal sepolcro di Cristo che è iniziato l’annuncio del Vangelo. E’ un’ opera dello scultore Paolo Moroder.
Nella parete in fondo all’abside c’è una grande ancona che proviene dalla vecchia chiesa demolita: al centro c’è la Madonna ed inginocchiati San Carlo Borromeo e Beato Enrico di Bolzano.
La tela è di autore sconosciuto mentre le sculture in legno sono opera dei fratelli Rasmus.
Si notano quattro colonne decorate con angioletti , tralci di vite e grappoli d’uva.
Nella navatina di destra, per chi entra, troviamo in una cappellina la custodia eucaristica. E’ una colonna in marmo con sopra il tabernacolo molto decorato.
Il concilio Vaticano secondo aveva dato delle disposizioni in merito alla collocazione del Santissimo: nelle chiese dove ci fosse lo spazio sarebbe opportuno trovare un angolo da adibire a cappellina.
Davanti ci sono dei banchi per la meditazione personale.
L’altare della Madonna del secolo XVII, eseguito a mano da un artigiano della Val di Non, è interamente in legno e proviene dall’antica chiesa di San Vigilio. Era l’altare della Madonna del rosario e prima di Molveno era collocato presso la basilica di san Zeno in val di Non dedicata ai tre martiri della Cappadoccia.
All’ingresso della chiesa, sulla sinistra, troviamo il fonte battesimale risalente alla prima metà del 1500 che proviene dalla chiesa di San Vigilio dove era stato collocato dietro grandi insistenze della popolazione.
Prima di questo fonte battesimale la popolazione doveva recarsi per i battesimi alla pieve di Tavodo (distante 14 km) e c’erano molte lamentele perché durante l’inverno era difficoltoso il trasporto e molti bambini morivano senza il sacramento.
Vicino al fonte battesimale troviamo la sua copertura di legno, oggi usata per gli oli sacri, molto pregiata ad opera di un artigiano di Molveno del 1607, certo Zuan Donini.
Tutti i bambini di Molveno, dall’anno della sua posa sono stati battezzati presso questo fonte.
Testo a cura di Danila Ducati